L’istituzione del diaconato è fatta risalire agli stessi apostoli, secondo il noto testo degli Atti, che così racconta: “I Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.” (6,1-6).
Anche il diacono permanente viene scelto per servire la comunità, non per suoi particolari meriti umani di abilità, di censo o di competenza, ma per un dono che riceve dall’alto, gratuitamente, e che altrettanto gratuitamente è chiamato a mettere a disposizione degli altri, per puro amore.
Come diaconi permanenti si è chiamati a servire la comunità avendo innanzitutto premura per le singole persone che la compongono, a partire da quelle più bisognose di cura e di bene. Il servizio del diacono tende sempre a unire, e mai a separare. Egli non è una persona di parte, ma di riconciliazione e di incontro, costruisce relazioni adulte, mature, con umiltà e dedizione, superando sia l’orgoglio di contare nella comunità che la ricerca della gratificazione personale.