Nell’ambito della ministerialità di tutto il popolo di Dio e di una prassi segnata dalle Unità Pastorali, la Chiesa Vicentina promuove e valorizza, nel ministero ordinato, il Diaconato Permanente riaffidato alla Chiesa dal Concilio Vaticano Il quale custode del servizio nella comunità, a partire dai più poveri. (cfr. PIZZIOL B., Spezzò i pani. Orientamenti circa le Unità Pastorali, 6, p.27).
La Chiesa Vicentina ritiene che siano le comunità parrocchiali, opportunamente preparate in un percorso adeguato, a riconoscere la vocazione e a proporre - con modalità che garantiscono serietà e discrezione - il ministero del Diaconato Permanente. Al Vescovo vengano presentati uomini celibi o coniugati (con l’indispensabile coinvolgimento della moglie), che godano di stima per maturità umana e cristiana e che rimangano nel loro impegno familiare e professionale.
L’iter di discernimento e di formazione al Diaconato Permanente viene definito, in sintonia con le altre diocesi del Triveneto, di norma, in un tempo di cinque anni. A questi si fa precedere un periodo di almeno sei mesi, durante i quali, in modo riservato, il Vescovo con il Delegato per il Diaconato Permanente, coadiuvato da una équipe, valuta la maturità umana e cristiana del candidato.
L’iter di discernimento e di formazione al Diaconato Permanente viene definito, in sintonia con le altre diocesi del Triveneto, di norma, in un tempo di cinque anni. A questi si fa precedere un periodo di almeno sei mesi, durante i quali, in modo riservato, il Vescovo con il Delegato per il Diaconato Permanente, coadiuvato da una équipe, valuta la maturità umana e cristiana del candidato.
La formazione culturale e teologica richiesta per l’ordinazione al Diaconato Permanente venga proposta a partire da due criteri: il profilo ministeriale del diacono permanente e la concreta sostenibilità, nei contenuti e nei tempi, del percorso di ciascun candidato. Gli itinerari di studio sono predisposti d’intesa con il Vescovo e con i responsabili diocesani, auspicando l’opportunità di percorsi interdiocesani.
La formazione spirituale educhi alla preghiera personale comprensiva della Liturgia delle Ore, alla spiritualità biblica, alla vita liturgica e sacramentale, alla configurazione a Cristo servo e povero, e all’accompagnamento spirituale.
Il cammino formativo tenga presente le dinamiche professionali e famigliari nelle quali non vi siano elementi contrappositivi, ma adeguata armonizzazione con il ministero diaconale.
L’esercizio del ministero diaconale è affidato dal Vescovo in risposta ai bisogni della diocesi, considerando l’unità pastorale di appartenenza e la situazione familiare e professionale del diacono.